venerdì 2 novembre 2018

Cara Aida, fino a oggi tutte le follie di cui un uomo è capace io le ho provate: nato in una notte di tempesta, vissuto tra le tempeste e gli oceani ove l’anima diventa selvaggia, e le pazzie del giornalismo ove la pazzia diventa un dovere, la mia vita doveva essere tempestosa per necessità. Ma un giorno ho veduta voi, e in me si è operato uno strano cambiamento: ho sentito il bisogno di amare, ma realmente amare fuori dalle tempeste in cui ero fino a ieri vissuto; ho sentito come il bisogno di porre un freno agli impeti ardenti del sangue febbricitante e agli impeti irrefrenabili dell’anima selvaggia. E non so, da giorni sento per la seconda volta in vita mia, una strana fiamma invadermi questo cuore che non credevo più accessibile ad alcuna reale passione dopo una terribile disillusione provata nella prima gioventù, che ho trascinata, terribile martirio, nelle mie corse attraverso i mari per lunghi anni.
Sento come un tormento che non so domare. Sono strane tempeste che certi giorni mi scoppiano nel cuore; strani fremiti che mi corrono per sangue e come un desiderio di libertà.

E pure ti ho amato, ti amo ancora immensamente: ti sogno nelle mie notti tormentose e assorbi tutto il pensiero mio e soffro in silenzio, tacitamente dell’indifferenza tua, e quanto anche! Non so, tu mi hai stregato, sento per istinto che tu mi spezzerai l’anima, che mi avvelenerai questa fantasia che lotta giorno per giorno per farmi un nome, sento che il nostro amore per qualcuno di noi sarà terribile, sarà fatale a questo qualcuno, e questo sarò io perché non saprò mai dimenticarti.

Mia cara Aida, quantunque molte, forse troppe tempeste abbiano attraverso i nostri cuori, ricorderò sempre con affetto colei che ho scelto a compagna della mia vita, e che doveva essere la luce dei miei occhi e dei miei pensieri.

Ti amo Aida,
un bel bacio, il tuo Selvaggio malese
Emilio Salgari