Come posso spiegarti, mia gioia, stupenda gioia dorata, quanto posso essere tuo con i miei ricordi, le mie poesie, i miei impeti, i miei vortici interiori? Come posso spiegarti che non posso scrivere una parola senza ascoltare come tu la possa pronunciare; posso solo ricordare le sciocchezze vissute con un rimpianto così acuto per non averlo vissuto insieme a te, anche se il più personale, il più indescrivibile. Non parlo semplicemente di un qualsiasi tramonto dietro l’angolo di una strada. Mi capisci, gioia mia?
Sono pronto a darti tutto il mio sangue, se necessario. È difficile da spiegare. Suona un po’ sciatto, ma è quello che sento. Ti dico che con il mio amore posso affrontare dieci secoli di fiamme, canzoni ed eroismo, dieci secoli interi, immensi e alati; pieni di cavalieri che cavalcano ardenti colline; di leggende sui giganti; della ferocia di Troia; di vele arancioni; di pirati e poeti. E questa non è letteratura, se tu ti mettessi a rileggere con attenzione scopriresti che i cavalieri sono diventati grassi.