al telefono dici “va bene,
sentiamoci..” e mi resta sempre il sentimento di averti disturbato. Che ci
sentiamo un’altra volta, questa volta no! Non so se “ci sentiamo” sia uguale a “come
stai?”, una espressione obbligata della forma, a cui bisogna sempre rispondere
nello stesso modo.
Vorrei lamentarmi molto, ma
non ho appigli e non so dove portare il mio lamento. Bisogna, mi pare di capire,
essere asciutti come marinai o come donne che hanno già pianto. Bisogna sapere
che quello che ci aspetta lo abbiamo già avuto e che adesso il naso prende
perché il tempo incalza. E smonta i volti, ne riscrivere la trama. Io per
esempio a volte ho l' impressione che il tempo cancelli gli zigomi come se
questi fossero scritti con la matita, sicchè mi prende la nausea di avere quasi
quarant' anni e una faccia da bambina pesta. Destinata a invecchiare in un solo
giorno, dopo una decisiva tempesta ormonale (le facce un certo punto si
rivestono del carattere dell' opinione che sia ha di se. Credo che lo status
serva a questo; a difendersi dallo smascheramento del tempo).
A Vienna ho conosciuto il
Dalai Lama. Rispondeva ai giornalisti con molta leggerezza mescolando le parole
alle risate. Ha detto che milioni di cinesi crescono senza avere la nozione
della spiritualità né del sentimento della religione. Lui può insegnare loro la
nonviolenza e questa è l' unica possibilità vera per la Cina e per gli altri che
il bene vinca sul male. Quest' ultima
cosa la dico io: per i tibetani non c'è bene e non c'è male.
C'è solo il divenire la
trasformazione e la completa partecipazione all' attimo che segue l' attimo.
questo vuol dire essere centrati
in se stessi, godere dell' universo, essere un vuoto dove passa ogni cosa.
Dove non c'è paura. E’ una
condizione che conosciamo anche noi sebbene non la perseguiamo come permanente
nella sua trasformazione. A me accade di provarla quando faccio una cosa
qualunque, lavare i piatti o giocare con la bella Mimina, e sono tutta in
quella cosa.
Allora, prima che la mente mi
mostri me stessa, nell' atto compiuto (quando arriva la mente è già tutto
accaduto) io provo un grande benessere e una assoluta mancanza di fatica.
Naturalmente mi accade di
essere vuoto anche quando scrivo. Allora è come se la scrittura fosse
automatica, come se io non ci fossi. C'è un grande silenzio e le parole vengono
da sole. Sono belle perfette: il punto più vicino alla verità che mi è concesso
di conoscere. La creazione accade nel vuoto. E questa è la preghiera. Così
quando mi sono mescolata alla folla dei fedeli del Dalai Lama e l' ho raggiunto,
mi è presa una specie di paralisi e non riuscivo a risolvermi a fare più nulla.
Sono stata spinta verso di
lui e mi sono aggrappata alla mano che tendeva. Ho sentito una esplosione di
calore al centro del petto e un dolore acre alla gola, come quando si corre
molto e viene la fatica del respiro. Sono rimasta alcuni secondi incapace di
tirare il fiato, con il sentimento che avrei potuto svenire.
Poi ho aperto i polmoni ed ero
felice come quando da piccola tornavo da una processione (ho sempre pensato che
le processioni fossero un appuntamento mio personale con i santi la Madonna il
Sacro Cuore di Gesù). Quando sono tornata in albergo cercavo su me stessa il
segno lasciato dall' energia dell'incontro. C'era, ma tu mi prenderesti in giro.
Ho pensato che fosse giusto
apparire sui giornali nascosti interamente da lettere Save Tibet come tibetani
che dimostravano all' interno della Conferenza dei Governi.
Una buona azione viene
sempre premiata. Era d'accordo anche Calvino: il premio del bene è il bene
compiuto. Queste riflessioni non mi hanno impedito di massacrare una ragazza
tedesca che stava con noi. Come dice Sergio, sono una razzista dell'intelligenza.
Secondo me sono una ragazza della via Pal.
Allora “ci sentiamo”…
Mariateresa
estate '94