Mia cara piccola ragazza,
per molto tempo avrei voluto scriverti la sera, dopo una di quelle uscite con gli amici che presto descriverò in “A Defeat”, di quel tipo quando il mondo è nostro. Volevo portarti la mia gioia del vincitore e posarla ai tuoi piedi, come facevano all’epoca del Re Sole. E poi, stanco per tutto il vociare, sono sempre e solo andato a letto. Oggi lo sto facendo per sentire il piacere, che ancora non si conosce, di trasformare all’improvviso l’amicizia in amore, la forza in tenerezza. Stanotte ti amo in un modo che non hai conosciuto in me: non sono né consumato dai viaggi, né avvolto nel desiderio della tua presenza. Sto padroneggiando il mio amore per te e lo sto girando verso l’interno come elemento costitutivo di me stesso. Questo accade molto più spesso di quanto dico a te, ma raramente quando ti sto scrivendo. Cerca di capirmi: ti amo mentre faccio attenzione alle cose esterne. Tu sei mia, le cose sono mie, e il mio amore altera le cose intorno a me e le cose intorno a me alterano il mio amore. A Tolosa ti ho semplicemente amata. Stasera ti amo in una sera di primavera. Ti amo con la finestra aperta.