sabato 10 aprile 2010

rossiccio

A volte di tutto questo rimane solo una macchia di parole le tasche e le mani.
Una penna col cappuccio mordicchiato di pensieri, una penna che si dilania a scrivere sul precipizio adorato dell'infinito delle piccole cose.
Stasera questa penna confusionaria che senza religione s'aggira falsa nei misteri metropolitani
dello squallido della mia mente mi racconta la mia fanghiglia d'inchiostro ed arrangiata poesia.
Parlo del mondo intero, per questo non ho più un senso. A volte ti sussurro del cielo intero, tornando a notte, e nei miei sogni ti scrivo sulla pelle tutto il bene di cui sono capace.